Trieste, TS, Italia
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Il progetto nasce da una profonda sintonia con l’identità di Trieste, città di confine e di raffinata stratificazione culturale, dove la Mitteleuropa incontra il Mediterraneo. L’obiettivo è stato fin dall’inizio restituire, in chiave contemporanea, l’anima composita della città: borghese e visionaria, asburgica e solare, letteraria e marina.
Il linguaggio architettonico scelto richiama volutamente la *Secessione Viennese*, non tanto nella sua declinazione decorativa (Jugendstil), quanto nella sua evoluzione più geometrica e astratta: quella di Josef Hoffmann, Koloman Moser, Wagner — filtrata attraverso un’estetica essenziale, calda e accogliente.
Materiali e palette
Gli elementi strutturali e decorativi del progetto si fondano su un uso calibrato del metallo dorato satinato, utilizzato per definire le cornici murarie, il bancone reception, i tavolini e altri dettagli funzionali. La sua presenza elegante ma non appariscente disegna lo spazio come un segno grafico continuo.
Le pareti sono trattate in bianco opaco caldo, per esaltare la luminosità naturale e fungere da sfondo neutro alla composizione.
Il pavimento è in legno naturale, posato in senso diagonale per ampliare visivamente lo spazio e guidare il percorso.
Il tessile (tappeti, arazzi, rivestimenti) utilizza motivi geometrici e astratti, con una palette dominata da ocra, grigio perla, tortora, viola spento e nero grafite, in equilibrio fra evocazione storica e gusto attuale.
Distribuzione e ambientazione
L’ingresso si articola attorno a un bancone reception compatto ma scultoreo, definito da geometrie ortogonali che si ispirano all’estetica costruttiva di fine ’800-inizio ’900. Alle sue spalle si colloca una parete con boiserie minimale, integrata da piante fiorite sospese e da vasche integrate nel piede dei setti, che aggiungono vita, profumo e colore all’ambiente.
La zona lounge presenta sofa profondi e materici in tessuto antracite, contrapposti alla leggerezza visiva dei tavolini in metallo e vetro.
Le stanze sono organizzate come scorci visivi e prospettici, che alternano pieni e vuoti, luce e ombra, rigidità compositiva e calore materico.
Richiami culturali e reinterpretazioni
Il progetto non cita letteralmente, ma reinterpreta. Le cornici dorate non sono decorazioni, ma dispositivi di orientamento e proporzione. I pattern non sono floreali, ma astratti, come una memoria geometrizzata di un passato decorativo. Il metallo non è freddo: è satinato, caldo, quasi vellutato allo sguardo.
Ogni elemento racconta un'epoca, ma la trasforma in esperienza contemporanea: sofisticata ma accessibile, elegante ma funzionale.
Questo progetto intende offrire un’ospitalità narrativa, capace di accogliere gli ospiti in un ambiente che racconta Trieste non solo come città, ma come atmosfera. Una casa temporanea dove la memoria si fa materia, e la bellezza non urla, ma seduce.